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Rosa

17 febbraio 2012

Daoyin
Quest’anno ho fatto la conoscenza di una antichissima disciplina cinese per la salute e la cura del corpo: il Daoyin.
Da noi è un fenomeno abbastanza recente a confronto della Cina dove vanta duemila e cinquecento anni di storia documentata.
In Occidente è inserito negli esercizi di Qigong ( o Ch’i-kung) che da molti viene accomunato allo yoga o a una forma di ginnastica dolce.
Il Maestro Zhang Gangde

In realtà non si riduce solo a coinvolgere tutto il corpo in un esercizio ginnico; il Daoyin è una disciplina fondata sull’armonica integrazione di lavoro fisico, mentale e respiratorio.
Secondo gli antichi cinesi, il corpo (shen), respiro (xi) e mente (xin) sono i tre elementi indispensabili a chi persegue la “via del nutrimento vitale”, cioè la via per ottenere salute, equilibrio, tranquillità interiore e un corpo armonioso ed efficiente.
Alla base del Daoyin vi è il concetto di qi: l’energia che anima tutti gli esseri viventi (il Prana per la cultura indiana) e scorre all’interno dell’uomo.
Al pari della medicina cinese, il Daoyn non vede nell’uomo una somma di singole componenti indipendenti, bensì un’armonica unità. Dal fluire del qi in modo abbondante e regolare dipende il nostro stato di salute psicofisica.
La nostra energia vitale è influenzata dall’ambiente “esterno”  (clima, alimentazione, agenti patogeni, condizioni di vita, etc.) e anche da quello “interno” (costituzione fisica, atteggiamento mentale, attività mentale, reazioni individuali agli stimoli interni ed esterni).
Uno dei fattori “interni” –cioè dipendenti da noi e dalla nostra volontà- che influisce direttamente sulla circolazione del qi nel nostro corpo è l’attività fisica.
L’eterna legge dell’equilibrio yin-yang ci insegna che nulla al mondo possiede un’intrinseca e immutabile natura benevola o maligna ma è dal confronto, dalle proporzioni, dal contesto e dal momento che ogni cosa assume una connotazione positiva o negativa.
Allo stesso modo anche l’attività fisica può essere un aiuto o un danno per la nostra energia vitale secondo l’uso che se ne fa.
Basti pensare all’alimentazione: tutti sappiamo che è indispensabile per la sopravvivenza e che da una corretta alimentazione dipende una sana  esistenza e una buona efficienza psico-fisica; sappiamo anche che gli eccessi o le carenze alimentari recano per contro danni al corpo e alla mente.
Allo stesso modo l’esercizio fisico può recare beneficio o danno secondo la qualità e l’intensità dello stesso.
Ogni persona ha un suo meccanismo biologico.
Spesso in Occidente viene trascurata un’altra importante relazione dell’attività fisica: l’impatto emozionale e nervoso.
Per  questi motivi, e altri ancora, vi è chi si affida al Daoyin , disciplina che educa il corpo al suono della mente.
Con movimenti fluidi e sciolti al ritmo costante di una respirazione profonda e naturale, la mente si calma e diviene padrona del corpo, giungendo ad  indurvi mutamenti posturali e motori spesso ritenuti impossibili.
La schiena si distende in modo naturale, le spalle si aprono riguadagnando una posizione più fisiologica, il diaframma lavora massaggiando gli organi interni e sbloccando tensioni di origine nervosa.
Per quanto apparentemente dolce e delicato il Daoyin fa lavorare il corpo in modo serio ed intenso.
Al termine dell’allenamento il corpo è riscaldato da un calore interno e profondo, si avverte la sensazione di un delicato fluido che scorre in tutto il corpo; è l’effetto dello scorrere del qi -come insegnano i maestri cinesi- che sbolcca i ristagni energetici e genera un grande getto d’energia alla quale non si era abituati; ci si può sentire stanchi, al termine dell’allenamento, ma estremamente tranquilli e allegri.
Col tempo le barriere immunitarie dell’organismo risultano rafforzate, il sistema muscolare più robusto ed elastico, i movimenti coordinati ed armoniosi, la concentrazione attenta e sensibile.
Oggi il Daoyin può essere molto prezioso nel nostro Occidente che ha sconfitto molte malattie virali e patologie funzionali, ma dove i malesseri maggiori dell’individuo “sano” provengono dalla dualità corpo-mente come:  disagio ambientale, insoddisfazione spirituale, stress e insofferenza, elevata esposizione a malattie virali stagionali, o a disturbi fisici “lievi” ma ricorrenti come contratture, dolori, debolezza, inappetenza, difficoltà digestive etc..
A tutte queste  problematiche verso le quali la scienza e la tecnica moderne si sono mostrate insensibili o poco efficaci, può rispondere in modo  straordinariamente incisivo la disciplina del  Daoyin.
L’uomo di oggi vive immerso in un mondo di stimoli che non sono solo e sempre negativi.
Il tempo libero, la facilità e l’abbondanza delle informazioni stimolano in molti l’esigenza di arricchire la propria vita di esperienze preziose e interessanti.
La società ci vuole da un lato tutti simili e dall’altro ci spinge ad assumere una individualità originale e noi possiamo coltivare una nostra personalità originale ed interessante anche attingendo ai tesori di altri popoli, ampliando la nostra conoscenze e allenando i nostri corpi con tecniche fino a pochi anni fa sconosciute.
Il Daoyn ci dà questa straordinaria opportunità ma come tutte le cose ha un suo prezzo: tempo e dedizione unite a un po’ di sforzo fisico.
Chiede troppo?

Voglio solo aggiungere una cosa che è questa:
sapete la cosa che mi ha colpito molto?,
è l'atteggiamento mentale che il praticante deve avere:

1. purezza: "cuore puro", avere un approccio libero da condizionamenti, preoccupazioni; con  cuore puro si assorbono rapidamente gli insegnamenti

2. entusiasmo: verso lo studio, la pratica e l'apprendimento: L'entusiasmo è un motorer straordinario che arricchisce la nostra vita e la nostra persona rendendola attiva e dinamica

3. pazienza: requisito indispensabile che significa pazienza verso se stessi e verso gli altri. Le caratteristiche stesse del Daoyin "obbligano" a coltivare la pazienza, una virtù davvero necessaria ma tanto bistrattata nella nostra società moderna.

Buona Vita.!

Rosa

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