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Rosa

30 gennaio 2012

Musicoterapia

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articolo postato dalla mia cara amica
Maria Broccardi - musicoterapista
http://www.musicoterapiatoscana.it/
La musicoterapia è una terapia psico corporea che si rivolge alla persona nelle varie fasi del suo vivere, come sostegno alle parti sane ed alle potenzialità che ognuno di noi esprime.

Possiamo considerare la musico terapia come una trans-disciplina, ovvero una disciplina che contempla la dinamica combinazione di molte discipline, che ruotano attorno a due grosse aree: la musica e la terapia.
home
Il lavoro con la musicoterapia è l'integrazione tra questi due spazi, e ha come obiettivo
la riabilitazione dell'individuo.

Musica: intesa nel suo valore estetico che si fa più flessibile, si modifica per andare incontro
alle esigenze e alle necessità multisensoriali del soggetto, che sa ascoltare i suoi bisogni e
stimolare le sue capacità in una dimensione creativa, emotiva, relazionale.

Terapia: nel senso di prendersi cura di una persona offrendogli l'opportunità affinché la viva
dal di dentro e dentro di sé, raggiungendo consapevolezza dei propri vissuti, delle proprie
emozioni, delle proprie capacità comunicative e non.

La musica comunque è e rimane il mezzo attraverso cui il musicoterapista stabilisce
una relazione con l'altro ed il mezzo attraverso il quale avviene la relazione terapeutica.

L'ascolto empatico attraverso il dialogo sonoro e qualsiasi improvvisazione musicale
è giocato attraverso l'imprevedibilità, senza la quale tutto sarebbe prevedibile,
quindi come accadrebbe in una musica registrata o eseguita da partitura.
La prevedibilità annulla l'azione terapeutica che ha lo scopo di tenere vigile l'attenzione,
ossia la relazione interpersonale, senza la quale non ci sarebbe comunicazione.
I principi e le intuizioni si riconducono al fare musica partendo dagli aspetti più rudimentali,
confermando le teorie di grandi pedagogisti della musica, i quali, essendo profondi conoscitori
dell'uomo, non separavano mai la musica dall'uomo, né l'uomo dalla musica.
Se potete, provate a fare un incontro di musicoterapia, non potrà far altro che arricchirvi.
Rosa

23 gennaio 2012

Non perdere mai la speranza.....

Non perdere mai  la speranza, continua a lottare.
Piccola favola molto esplicativa dei tre ranocchi

Tre ranocchi curiosi si avventurarono un giorno fuori dello stagno dove erano sempre vissuti e  cominciarono ad esplorare il mondo.
Nei pressi dello stagno sorgeva una prospera fattoria.
I tre ranocchi cominciarono la loro esplorazione dall’aia.

Ma due galline li scorsero e, felici di variare il menù, si avventarono su di loro con i becchi affilati e l’acquolina n bocca.
I tre ranocchi però erano svelti e arditi.
Proprio in quel momento, il fattore posò davanti alla porta della stalla il bidone del latte.
Con due prodigiosi balzi, i tre ranocchi si tuffarono nel bidone.
Si trovarono a nuotare nel latte.
Sulle prime la nuova sensazione li rese allegri ed euforici.
Poi cominciarono a preoccuparsi.
Dovevano assolutamente uscire di là al più presto!
Un fattore arrabbiato era peggio delle galline…
Provarono e riprovarono, ma l’imboccatura del bidone era stretto e le pareti d’acciaio lisce e scivolose.
Il primo ranocchio era un fatalista.  Annaspò un po’ e poi disse: “Non usciremo mai di qui. E’ la fine.” Si lasciò andare ed annegò.
Il secondo ranocchio era un  intellettuale, con una grande preparazione teorica sui liquidi,il salto e le loro leggi fisiche. Eseguì rapidamente tutti i calcoli che riguardavano la distanza dalla bocca del bidone,il suo diametro, la spinta occorrente, la parabola,il peso, la gravità terrestre, l’accelerazione. Trovò la formula giusta e spiccò il salto con gran vigore. Ma… non aveva calcolato il manico del bidone. Sbatté una tremenda capocciata, svenne e finì miseramente in fondo al bidone.
Il terzo ranocchio non smise un attimo di nuotare e darsi da fare con tutte le sue forze.
Il latte si trasformò in burro, scivoloso ma solido, e il ranocchio riuscì a saltare fuori facilmente.

       Dice un proverbio africano:
“Ogni mattina in africa, un leone si sveglia.
Sa che deve correre più veloce della gazzella
per catturarla o morirà di fame.
Ogni mattina in Africa, una gazzella si sveglia.
Sa che deve correre più veloce del leone
o perderà la sua vita.
Ogni mattina, quando ti svegli,
non chiederti se sei leone o gazzella,
ma mettiti a correre”.
Non perdere mai la speranza,
comunque ti vadano le cose.
E datti da fare.