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Rosa

06 settembre 2011

LA RABBIA

Spegni il fuoco della rabbia
di     Thich Nhat Hann


Non conoscevo questo monaco zen, ma una volta leggendo il libro di Terzani "Un altro giro di giostra" mi colpì il nome e mi ripromisi di leggere qualcosa di suo.
Cercavo un libro da regalare e mi sono imbattuta in questo, ho cominciato a sbirciare qua e là per vedere di cosa parlava ma ho capito subito che questo libro era per me, mi ha colpito molto il modo di vedere le cose da un altro punto di vista: scoprire il bene anche quando  sei portato a vedere solo il male. “Abbracciare la propria rabbia con tenerezza, accettarla e prendersene cura, trasformarla in energia positiva”, come il contadino che coltiva il suo orto, lui non si sogna di buttare i rifiuti organici perché sa di averne bisogno; è in grado di trasformare i rifiuti in compost  che a sua volta si trasformerà in lattuga, fiori etc.
Bisogna essere una specie di agricoltore biologico.
Rabbia e amore sono entrambi di natura organica, entrambi si possono trasformare.
L’amore si può trasformare in odio, il fiore diventare spazzatura, ma se hai l’energia della presenza mentale puoi osservare la spazzatura e dire: “Non ho paura; sono capace di riconvertire la spazzatura in amore”.
Se scopri in te stesso spazzatura come paura, disperazione e odio, non lasciarti prendere dal panico. Puoi affrontarli da buon orticoltore: “Riconosco che in me ci sono dei rifiuti; trasformerò questi rifiuti in compost fertilizzante che possa far riapparire l’amore”.
Quando conosci le tecniche del respiro consapevole, della meditazione camminata e seduta, del mangiare in consapevolezza (siamo ciò che mangiamo) sei in grado di generare “l’energia della presenza mentale e di abbracciare la tua rabbia o la tua disperazione e prendertene cura come una mamma fa col suo bambino.”
E ora una piccola nota personale, non so ancora bene come o cosa sia successo, ma ho potuto sperimentare personalmente  come uno scatto di rabbia che in genere mi avrebbe fatto star male per almeno un paio di giorni, questa volta sono riuscita ad uscirne solo dopo un paio d’ore; vi assicuro che per me è stata veramente una cosa al di fuori del normale, ma ho constatato come veramente basta  poco per star bene e far star bene quelli che sono intorno a te.
Rosa
                                                                                                         

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